Cogenerazione a oli vegetali: Il Giornale di Vicenza

Cogenerazione di elettricità-calore con motori a olio vegetale o metano.
La passione di Giovanni Brentan è divenuta un'azienda super ricercata (di Cinzia Zuccon).

La storia di Biobrent: dall'idea di provare ad alimentare un trattore con l'olio di colza alla progettazione e costruzione di impianti di cogenerazione a olio vegetale o metano.

DAI TRATTORI ALL'ENERGIA SU MISURA PER LE IMPRESE

Una bella azienda e nessuno dei figli convinto a proseguire l'attività del padre. Capita. Ma capita anche che proprio dall'azienda di famiglia germogli l'idea per avviare una nuova attività imprenditoriale di successo. Giovanni Brentan, del resto, passava le giornate a smontare, aggiustare e modificare i trattori dell'azienda del padre. Poi gli è venuta l'idea di provare ad alimentare uno dei trattori con l'olio di colza che producevano. Ed è proprio da questo esperimento che è nata Biobrent. Sede a Noventa vicentina, Biobrent progetta e costruisce impianti di cogenerazione - personalizzati sulle esigenze delle aziende - che producono energia elettrica e calore utilizzando olio vegetale o metano e garantendo significativi risparmi e vantaggi ambientali. Oggi è una piccola impresa in crescita guidata da due fratelli non ancora quarantenni: fattura circa 5 milioni e mezzo l'anno, conta una quindicina di dipendenti, si sviluppa su uno stabilimento di 5000 metri quadri e solo cinque anni fa usciva dal garage dove era nata.

PROBLEMI CHE DIVENTANO OPPORTUNITÀ. «Il successo del trattore a olio vegetale - racconta Paola Brentan, oggi amministratore delegato di Biobrent - aveva galvanizzato mio fratello tanto che, ancora giovanissimo, si è recato da un grosso petroliere proponendogli un business nel biodiesel. Lapidaria la risposta: ma tu ce li hai 20 miliardi di lire da investire? Per niente scoraggiato, con l'aiuto della famiglia e un finanziamento in leasing, in seguito si è comprato un motore per avviare una sua attività nella cogenerazione. L'idea era di sfruttare gli incentivi per l'olio vegetale. Peccato che il motore non funzionasse. Anziché andare in causa con il costruttore però - prosegue Paola - Giovanni ha lavorato per un anno intero a smontare la macchina ricostruendola con successo pezzo per pezzo. Così, nel 2011, passando dal garage ad un ufficio di 20 metri quadri, è nata Biobrent e io ho lasciato il mio lavoro in ambito commerciale per seguire mio fratello in questa impresa». Appena avviata l'attività, tuttavia, nel 2012 sono cessati gli incentivi per la produzione di energia con olio vegetale. Giocoforza, la piccola ditta ha puntato tutto sulla cogenerazione a metano ed è diventato persino più semplice: i motori a olio vegetale sono motori diesel che devono essere convertiti per funzionare con olio alimentare con numerosissime difficoltà tecniche, quelli a gas invece nascono già per questo combustibile. Biobrent li acquista e poi progetta e realizza l'impianto di cogenerazione.

I VANTAGGI DELLA COGENERAZIONE. Oggi Biobrent gestisce una trentina di impianti, quelli a olio vegetale installati prima del 2012 che continuano a maturare gli incentivi garantiti, e quelli a gas. Fornisce anche impianti a noleggio per chi vuole i vantaggi della cogenerazione senza impegnarsi in un investimento che va dai 200 mila fino al milione di euro per l'impianto più grande. «Un impianto di cogenerazione - spiega Giovanni Brentan, che è il presidente di Biobrent - produce energia termica ed elettrica insieme, e richiede il 35% in meno di carburante rispetto alla tradizionale produzione separata energia: questa è la chiave dei benefici ambientali ed economici perché bruciando lo stesso tipo di combustibile in modo più efficiente si riducono le emissioni di anidride carbonica, e ossidi di azoto, a parità di potenza in uscita. E la maggiore efficienza nella produzione energetica, le minori dispersioni, il totale recupero del calore e il taglio delle accise che gravano sulle bollette generano un risparmio pari al 50% rispetto ai sistemi tradizionali di approvvigionamento energetico».

IN CRESCITA. «Per questo - aggiunge la sorella Paola - il ritorno dall'investimento ha tempi molto rapidi, dall'anno e mezzo ai tre anni a seconda dell'impianto la cui vita è di circa 13 anni. I nostri impianti servono concerie, grosse aziende alimentari, industrie farmaceutiche e chimiche, della plastica e della meccanica e la nostra attività è in crescita. Rispetto al 2015 il fatturato è aumentato del 50%, la redditività del 60% e abbiamo ordini fino a oltre il 2017». Biobrent, insomma, va proprio a tutto gas.